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Domande più frequenti

In Italia la proprietà immobiliare può ancora considerarsi un investimento remunerativo e sicuro?

Nonostante il mercato immobiliare residenziale non decolli, l’acquisto di un’abitazione rimane tra i principali obiettivi degli italiani. È proprio il generale clima di incertezza economica a far preferire l’acquisto di una casa rispetto all’affitto: l’investimento immobiliare continua a essere, quindi, un modo sicuro per salvaguardare i propri risparmi, non solo per trarne guadagno nel lungo periodo, ma anche per mettere da parte qualcosa mese dopo mese.
Malgrado la diffusa sfiducia che domina l’attuale scenario economico e finanziario, gli italiani non hanno perso interesse nell’acquisto di un bene primario come la casa.
A mettere in luce questa tendenza è un recente studio, promosso dalla compagnia assicurativa inglese Gerworth Financial sul “Trend dei mutui a livello internazionale”. L’indagine, condotta su un campione di otto nazioni (Italia, Australia, Canada, India, Irlanda, Messico, Regno Unito, Stati Uniti), evidenzia che nel nostro Paese, nonostante il 55 per cento dei connazionali intervistati si dichiari pessimista circa gli sviluppi dell’economia nazionale, il 45 per cento giudica quello attuale un momento propizio per l’acquisto di un’abitazione, sia per la buona disponibilità di immobili, sia per l’abbassamento dei prezzi degli appartamenti.
Un andamento confermato dal report 2011 di Fiaip (la Federazione italiana degli agenti immobiliari professionisti), su un campione di 21 città italiane, dove si registra una diminuzione generale dei prezzi delle abitazioni.
Bergamo è il centro urbano che registra la punta massima con una flessione superiore al 13 per cento, mentre le restanti città spaziano dal -3,75 di Siena al -11,67 per cento di Palermo. Interessanti i cali nelle grandi città: a Genova (-6 per cento), Napoli (-6,5 per cento), Roma (- 8 per cento) e Milano (-10 per cento).
Solo Torino è in netta controtendenza con un incremento dei prezzi pari al 3,75 per cento
Cosa cambia con l’Imu?

L’Imu (Imposta Municipale Unica ) si applica sul possesso degli immobili, inclusa l’abitazione principale (quindi la “prima casa”). Il gettito fiscale è, in parte, destinato alla copertura delle spese pubbliche locali e, in parte, a quelle statali. L’imposta Imu è fissata a un’aliquota ordinaria dello 0,76% e a un’aliquota ridotta dello 0,4% per l’abitazione principale. Viene riconosciuta ai comuni la facoltà di modificare entrambe le aliquote al ribasso o al rialzo di 0,3 punti percentuali sull’ordinaria e di 0,2 punti percentuali su quella ridotta. Ai soggetti passivi dell’imposta municipale sugli immobili, sono riconosciute le detrazioni di 200 euro sull’imposta Imu dell’abitazione principale e di 50 euro per ogni figlio – che viva in famiglia – di età inferiore a 26 anni, fino a un massimo di 400 euro di detrazioni Imu per numero di figli.
Che cos’è l’Attestazione di Certificazione Energetica (ACE)?

L’attestato di Certificazione energetica è un documento che quantifica e attesta le prestazioni energetiche di un edificio attraverso indicatori di consumo, cui viene associata una specifica classe di appartenenza (da A + a G). L’indicatore più importante riguarda il fabbisogno annuo di energia ed è espresso – per il settore residenziale – in kilowattora per metro quadrato all’anno (Kwh/mq anno).
Proprio grazie alla quantificazione dei dati di consumo, l’attestato permette di confrontare le prestazioni di diversi edifici o unità immobiliari (in caso di acquisto di appartamento). E,’ inoltre, uno strumento fondamentale per promuovere l’efficienza energetica nel settore dell’edilizia e farne conoscere i molteplici vantaggi (ambientali ed economici) ai cittadini.
Nell’attestato sono contenuti anche suggerimenti e raccomandazioni sugli interventi da realizzare per ridurre i consumi energetici e riqualificare correttamente la propria abitazione.
Come si calcola la classe energetica?

Nell’edilizia residenziale, la classe energetica è il risultato del consumo annuo per metro quadrato, finalizzato al riscaldamento e al mantenimento del calore a livelli minimi in una abitazione. In altre parole, è l’intervallo convenzionale delimitato da soglie di riferimento che attestano la prestazione energetica complessiva dell’edificio secondo otto classi di riferimento, indicate mediante lettere (da A+ a G). I fattori che entrano in gioco per la determinazione del fabbisogno energetico di un edificio sono molteplici e riguardano sia la tipologia dell’impianto di riscaldamento esistente, sia le caratteristiche di materiali, pareti e serramenti.
Questi sono i valori delle emissioni annue corrispondenti a ciascuna classe, nella regione Lombardia, dove la normativa è più restrittiva rispetto a quella nazionale.
Classe A+ Meno di 14 Kwh/mq anno
Classe Atra 14 e 29 Kwh/mq anno
Classe B tra 29 e 58 Kwh/mq anno
Classe C tra 58 e 87 Kwh/mq anno
Classe D tra 87 e 116 Kwh/mq anno
Classe E tra 116 e 145 Kwh/mq anno
Classe F tra 145 e 175 Kwh/mq anno
Classe G oltre 175 Kwh/mq anno
L’obiettivo di una casa a basso consumo energetico è quello di conservare il massimo calore possibile all’interno dell’abitazione. Più c’è dispersione, più aumenta il consumo di combustibili per evitare che la temperatura scenda al di sotto di una determinata soglia. Con il termine “trasmittanza” si definisce la capacità di un materiale di farsi attraversare dal calore. Un edificio ad alta prestazione energetica è realizzato, quindi, con materiali a bassa trasmittanza.
Quali vantaggi effettivi comporta la certificazione in classe energetica “A”?

Costruire una casa in classe A non significa semplicemente rispettare i valori previsti dalla normativa e installare impianti molto efficienti. Fin dalla fase progettuale è necessario studiare nel dettaglio ogni singolo particolare, rispettando sia i principi di bioedilizia, sia di risparmio energetico, partendo da una corretta osservazione del contesto paesaggistico e territoriale in cui si opera. Oltre alla scelta di materiali e sistemi studiati ad hoc, conta la realizzazione a regola d’arte di ogni singola fase costruttiva. Lo scopo è garantire il massimo comfort termico e acustico con il minor impatto ambientale.
E’ importante, innanzitutto, fare chiarezza su alcuni concetti fondamentali.
Risparmio ed efficienza energetica sono spesso usati come sinonimi, ma esiste in realtà una profonda differenza tra i due termini.
Aumentando l’efficienza si ottiene risparmio energetico, ma non è necessariamente vero il contrario. Come indicato dalla Comunità Europea nel suo Libro Verde, incrementare l’ efficienza energetica non equivale a “risparmiare” ma, semmai, a “fare di più con meno”.
Per ridurre i costi di riscaldamento si potrebbe semplicemente abbassare la temperatura, ma questo comporterebbe anche una diminuzione del benessere abitativo. Migliorando, invece, la coibentazione di pareti e infissi si può ottenere una riduzione della spesa energetica, a parità di benessere percepito.
La classificazione energetica degli edifici, in base alle sette classi di rendimento (più l’ottava A+), è obbligatoria in Italia dall’entrata in vigore del Decreto legislativo 192 del 2005 (e successive modifiche) che ha recepito la Direttiva europea 92 del 2002, sulle “Prestazioni energetiche in edilizia”, completata nel maggio 2010 da una successiva Direttiva che ha – in parte – cambiato gli obiettivi originari, introducendo la strategia “20-20-20” (20 per cento in meno di effetto serra e l’utilizzo del 20 per cento in più di energie rinnovabili entro il 2020).
Che cosa distingue una casa in classe A+ ?

Stabilito che la classe energetica si calcola in base al valore di trasmittanza dei diversi materiali impiegati in edilizia e agli accorgimenti costruttivi che evitano o riducono fuoriuscite di calore, va precisato tuttavia che i risultati raggiunti possono variare da caso a caso.
Per realizzare edifici a ridotto consumo energetico è preferibile utilizzare materiali di ultima generazione; la normativa in materia non vieta, comunque, di assemblare materiali innovativi con altri più tradizionali (magari già esistenti, come nel caso delle ristrutturazioni), anzi afferma che è possibile raggiungere la Classe A anche se l’edificio non è stato costruito con metodologie d’avanguardia.
Diversamente, per ottenere la certificazione A+ è vincolante l’impiego di materiali ad alta capacità isolante e coibentante e con basso impatto ambientale, anche durante il ciclo produttivo.
Una casa in classe A+ minimizza l’uso di energia prodotta all’esterno e sfrutta quella proveniente dalle fonti rinnovabili, avvicinandosi al concetto di casa Passiva.
Un edificio è detto passivo quando sfrutta al meglio il calore del sole che penetra attraverso le superfici vetrate e utilizza i guadagni termici derivanti dalle attività umane svolte tra le mura. Questo è possibile grazie al super-isolamento delle pareti e del tetto che impedisce al calore di disperdersi verso l’esterno. Il resto viene garantito da un impianto di ventilazione per il riscaldamento e il raffrescamento che consuma meno di un ferro da stiro.
Perché comprare oggi in classe A o A+ ?

Stabilito che la classe energetica si calcola in base al valore di trasmittanza dei diversi materiali impiegati in edilizia e agli accorgimenti costruttivi che evitano o riducono fuoriuscite di calore, va precisato tuttavia che i risultati raggiunti possono variare da caso a caso.
Per realizzare edifici a ridotto consumo energetico è preferibile utilizzare materiali di ultima generazione; la normativa in materia non vieta, comunque, di assemblare materiali innovativi con altri più tradizionali (magari già esistenti, come nel caso delle ristrutturazioni), anzi afferma che è possibile raggiungere la Classe A anche se l’edificio non è stato costruito con metodologie d’avanguardia.
Diversamente, per ottenere la certificazione A+ è vincolante l’impiego di materiali ad alta capacità isolante e coibentante e con basso impatto ambientale, anche durante il ciclo produttivo.
Una casa in classe A+ minimizza l’uso di energia prodotta all’esterno e sfrutta quella proveniente dalle fonti rinnovabili, avvicinandosi al concetto di casa Passiva.
Un edificio è detto passivo quando sfrutta al meglio il calore del sole che penetra attraverso le superfici vetrate e utilizza i guadagni termici derivanti dalle attività umane svolte tra le mura. Questo è possibile grazie al super-isolamento delle pareti e del tetto che impedisce al calore di disperdersi verso l’esterno. Il resto viene garantito da un impianto di ventilazione per il riscaldamento e il raffrescamento che consuma meno di un ferro da stiro.
Quanto costa una casa ecologica?

Il costo di un’abitazione con alte prestazioni energetiche può raggiungere un incremento tra il 20% e il 30% rispetto all’acquisto di una “casa tradizionale” (termine, in verità, troppo generico che non considera le caratteristiche costruttive, i materiali utilizzati e l’anno di costruzione dell’edificio).
Un prezzo decisamente superiore che però si accompagna a un notevole risparmio energetico nel tempo. Il vantaggio consiste quindi nel fatto che, per l’intera durata della vita dell’edificio, viene garantito un saldo dei consumi energetici estremamente positivo (a patto che venga fatta una buona manutenzione).
Quali sono i principali organismi certificatori e di consulenza, nazionali e internazionali?

CASACLIMA
E’ un ente pubblico, con sede a Bolzano, che si occupa di certificazione energetica e ambientale degli edifici (di nuova costruzione e risanati) e della formazione degli operatori del settore edilizio. Dal 2002 ad oggi l’Agenzia CasaClima ha certificato oltre 3800 edifici, distribuiti su tutto il territorio nazionale e ha organizzato corsi a cui hanno partecipato oltre 21.000 fra progettisti, costruttori, artigiani e committenti. L’Agenzia organizza, inoltre, iniziative per sensibilizzare e responsabilizzare cittadini e addetti ai lavori su risparmio energetico, sostenibilità e mutamenti climatici.
LEED
E’ il sistema statunitense di classificazione dell’efficienza energetica che fornisce un insieme di standard di misura (applicati in 40 Paesi del mondo) per valutare le costruzioni sostenibili. Rivolgendosi all’intero processo (dalla progettazione, alla fase di costruzione e di occupazione) e a ogni parte dell’edifico, il Leed opta per una visione a 360 gradi della sostenibilità. Nel nostro paese la certificazione Leed è promossa dall’associazione no profit Green Building Council Italia (GBC Italia).
BREEAM
E’ un metodo di certificazione, messo a punto nel Regno Unito, che valuta la qualità ambientale delle costruzioni, definendo criteri costruttivi ambientali favorevoli a uno sviluppo della qualità dell’ambiente interno, così da salvaguardare la salute di chi andrà ad abitarvi. Questo sistema propone un approccio basato sulla valutazione di diversi fattori, che contribuiscono a creare il carico ambientale dell’edificio. In origine Breeam era destinato solo agli edifici per uffici, ma in seguito sono state elaborate tre versioni specifiche per settore residenziale, terziario, commerciale e industriale.
PROTOCOLLO ITACA
Si configura come una federazione di protocolli di valutazione regionali con metodologia e requisiti tecnico-scientifici comuni. L’idea è quella di condividere uno standard di riferimento unico, permettendo tuttavia una declinazione a livello locale.
Il Protocollo Itaca consente di contestualizzare le peculiarità territoriali delle regioni, pur mantenendo la medesima struttura, sistema di punteggio e pesatura. Una qualità particolarmente importante in un Paese come l’Italia, caratterizzato da profili climatici e prassi costruttive diverse. Numerose Regioni hanno adottato il Protocollo Itaca come strumento di supporto delle proprie politiche sul territorio.

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